Argomento togliere lo smartphone ai bambini e ai ragazzi. È passato già un anno da quando scrissi due cose su come disintossicare i figli dallo smartphone e da allora ho avuto parecchi feedback che c’è parecchio da disintossicare.
Eppure credo che tendenzialmente la presente generazione di genitori viva i devices come una conquista, esattamente come i nostri nonni usciti dalla guerra e dalla fame vissero come una conquista il cibo e l’abbondanza, anzi il superfluo.
E forse magari inconsapevolmente è sempre così: se sei nato senza una cosa, vuoi che i tuoi figli ce l’abbiano a tutti i costi, senza riuscire a valutare lucidamente se quella cosa sia un bene o un male per i tuoi figli.
E certamente tutti i genitori di adesso sono nati senza cellulare, poi l’hanno scoperto, desiderato e finalmente comprato (non ricevuto in regalo) ed esibito. È stata la loro conquista sulla generazione precedente, anche il solo riuscire a comprenderne le istruzioni e le funzioni!
Ora vorrei fare un passo indietro e scrivere brevemente perché dovremmo togliere lo smartphone ai bambini e disintossicarli da tutti i devices.
Mi sono chiesta perché Steve Jobs, durante la presentazione al mondo dell’Ipad, al giornalista del New York Time che gli chiedeva “Signor Jobs, cosa pensano i suoi figli di questo nuovo dispositivo digitale, l’Ipad?” lui abbia risposto “Non lo conoscono. Dobbiamo limitare l’uso della tecnologia dentro casa da parte dei nostri bambini”.
Steve Jobs nonostante questa frase e l’intervista che ne uscì non andò in fallimento e certamente molti moltissimi bambini e ragazzi al mondo come dire… non sono di certo figli di Steve Jobs ma i bambini dei suoi clienti.
Forse il fondatore di Apple e Pixar disse così perché le radiazioni di smartphone e co. hanno effetti sul cervello (fisici) e sulla coscienza (psicologici) delle persone, rischiando l’involuzione di competenze e facoltà soprattutto nei più piccoli?
E perché cavolo i livelli SAR congrui con la salute (Specific Absorption Rate, un numero che indica la velocità con cui l’energia viene assorbita dal corpo umano quando viene esposta alle diverse onde elettromagnetiche) sono diversi da Stato a Stato?
Sembra (anzi, si legge) che dagli studi NON commissionati dalle aziende produttrici di devices emerga che le radiazioni riescano a rompere la barriera di sangue cerebrale che serve al cervello per essere protetto da tutte quelle sostanze che lo potrebbero danneggiare.
Le radiazioni, infatti, specialmente quelle dello smartphone e del tablet, possono alterare il genoma ed in particolare danneggiare le cellule staminali ed embrionali, più sensibili ai campi elettromagnetici perché epigeneticamente plastiche, in quanto devono dare origine a tutti i tessuti ed organi successivi.
Illuminanti gli studi della Prof.ssa Daniela Lucangeli di Padova e del Prof. Ernesto Burgio (dell’European Cancer and Environment Research Institute di Bruxelles) sul mondo digitale e i rischi di involuzione del cervello dei bambini e dei ragazzi, compresa la correlazione radiazioni-sindrome dello spettro autistico e radiazioni-depressione.
Ecco dunque, oltre ai motivi oggetto di ricerca epigenetica, perché togliere lo smartphone ai bambini cioè i motivi per cui i ragazzi non dovrebbero avere vicino a loro nessun device:
È dimostrato che una sovraesposizione alla così detta luce blu dei touchscreen può causare danni alla retina e alla lunga (ma non troppo) determinare una vera e propria degenerazione maculare. Considerate gli effetti ancora più gravi di questa specifica lunghezza d’onda sugli occhi di un bambino in piena fase di crescita.
È dimostrato il danno al ritmo sonno-veglia dei ragazzi e la conseguente insonnia, anche nei minori che non si portano a letto un tablet o uno smartphone.
È dimostrato che lo smartphone NON va tenuto a contatto col corpo umano: sotto il cuscino vedi cervello, nel taschino dei jeans vedi spermatozoi, nel taschino della camicia vedi cuore, sul pancione vedi nascituro…
È dimostrato che stare fermi in divano o a letto con lo smartphone/tablet in mano indebolisce lo sviluppo muscolare, riduce la coordinazione motoria e compromette la colonna vertebrale in quella nuova patologia che è il Text neck. Ok, altro lavoro per ortopedici e ortodonzisti all’orizzonte.
È dimostrato il danno del multitasking sul cervello e in particolare sulla capacità di concentrazione e di attenzione su un cervello adulto, figurarsi sul cervello ancora in fase di sviluppo di bambini e ragazzi. Alla faccia del bambino intelligente perché sa sfiorare il pulsante giusto in velocità: lo sviluppo cerebrale si conclude attorno ai 25 anni, non mi pare grandioso interferire sul cervello di un bambino di 10 anni o anche prima.
È dimostrata l’interferenza negativa sul corretto sviluppo caratteriale e sociale dei ragazzi. Gli adulti attuali utilizzano i social media come surrogato di relazioni che hanno già sviluppato. Ma i bambini e gli adolescenti devono ancora sviluppare le loro competenze sociali per rapportarsi con gli altri in modo sano e posizionarsi in modo adeguato ai vari contesti ambientali. Risultato: minori sempre più soli perché incapaci di trovare e coltivare amicizie. I ragazzi NEET (Not in Education, Employment, Training) e HIKIKOMORI (ritirati sociali) sono tutti rifugiati in rete. Il test di competenza relazionale non si basa infatti sui quattro gatti che un bimbo c’ha in famiglia, né sul fatto che fin che va a scuola è comunque inserito in un gruppo strutturato.
È dimostrato che essere in rete espone i minori all’influenza di ogni tipo di estraneo (influencer, cyberbullismo, challenges distruttive, pedofilia) e a dipendenze di ogni genere a partire dal gioco con o senza scommessa e al porno. Senza neppure sfiorare il tema etico, è sufficiente considerare com’è ridotto fisiologicamente un cervello dipendente da porno.
Insomma un giorno tuo figlio si sveglierà e ti chiederà un iPhone tutto suo: non stupirti, non è la sua intelligenza a chiedertelo, ma la sua abitudine a vedere adulti che guardano il cellulare più di qualsiasi altra cosa o persona.
Ora, caro genitore di buon senso, lo smartphone riuscirà ad eluderti e fregarti, stanne certo.
In sintesi c’è voluto tempo (e vittime) per capire che l’alcolismo era una grave malattia e non un vizietto del weekend; tempo (e vittime) per capire che il fumo accorcia la vita e pare anche qualcos’altro; tempo (e vittime) per capire che per la moto di tuo figlio adolescente ci vuole il casco e che per l’auto ci vuole il seggiolino a norma e non quello a dondolo.
Con realismo e moderato ottimismo, possiamo affermare che la patologia fisica e mentale non è pura sfortuna e che, se si vuole in tempo, tutto è reversibile. Si tratta di non cercare il consenso dei figli, ma il loro vero bene, grande responsabilità della generazione di genitori cui appartengo.
Togliere lo smartphone ai bambini e ai ragazzi: si tratta di navigare, non di naufragare.