Come realizzare i buoni propositi e iniziare a sentirsi bene

Come realizzare i buoni propositi e iniziare a sentirsi veramente bene?

Innanzitutto sfatiamo questa cosa: che i buoni propositi fiocchino solo l’inizio dell’anno perché non è esattamente così.

Sì, i buoni propositi soprattutto di tipo dietetico vanno forte dopo le feste ma si è visto che è settembre il momento clou dei buoni propositi poiché da noi inizia tutto, dall’anno scolastico all’anno lavorativo passando attraverso un numero sconfinato di proposte ed attività…

Dopo le vacanze, infatti, siamo un po’ tutti in vena di buoni propositi, che riguardano ogni aspetto del nostro benessere: fare attività fisica, mangiare meglio, ritagliarsi del tempo personale, dedicare più tempo alle persone care ed evitarne delle altre, leggere di più, passare meno tempo sui social, sistemare una volta per tutte la casa o il curriculum e sì l’immancabile smettere di fumare per chi ha questo cruccio.

I propositi però, esperienza insegna, molto spesso rimangono tali perché le vecchie abitudini continuano ad avere la meglio.

C’è poi un’altra semplice ma importante e trascurata questione: vengono spesso chiamati buoni anche i propositi che non lo sono affatto.

I cattivi propositi scambiati erroneamente per buoni sono tutti quelli che vengono formulati senza l’ascolto di sé.

Per questo è fondamentale riuscire ad ascoltarsi per capire ciò che è profondamente meglio per se stessi. Un buon proposito aiuta a crescere, ad avvicinarsi a ciò che si può diventare ed è la strada più fedele a se stessi per essere felici.

Ecco perché oltre all’ascolto di sé serve quasi sempre anche il confronto con chi non abbia interesse a dirigerti verso l’una o l’altra delle scelte possibili.

Riconosci ciò che ti danneggia o al contrario ti migliorerebbe la vita e affronta ‘sta benedetta paura del cambiamento, sapendo che QUANDO NON SI CAMBIA IN MEGLIO , SI E’ DESTINATI A CAMBIARE IMPERCETTIBILMENTE MA SICURAMENTE IN PEGGIO.

Inoltre i buoni propositi riguardano cose banali solo all’apparenza che diventano (o non diventeranno mai) stile di vita e modo d’essere di una persona: sono cose da iniziare, oppure da smettere ma anche da completare.

Infine i buoni propositi raramente vengono realizzati perché le persone pensano che per i buoni propositi basti la… buona volontà: essere cioè così determinati da riuscire a vincere la pigrizia e a resistere alla tentazione di mollare. Ma questa strada ha il suo costo conosciuto come Ego Depletion, che è l’esaurimento di quell’io che deve continuamente esercitare una pressione per ricordarsi il proposito da raggiungere: progressivamente esaurirà le sue risorse mentali fino a consumare le energie per contrastare la tendenza a ripiegare su ciò che è comodo.

Dunque, come realizzare i buoni propositi e iniziare a sentirsi veramente bene?

  • Come realizzare i buoni propositi: primo passaggio

Carta e matita per scrivere propositi ed obiettivi

Carta e matita, non a memoria o con smartphone

Scrivi (concretamente con carta e penna, sennò stai genericamente pensandoci sopra) i buoni propositi in ordine di importanza e comincia dal primo trasformandolo in obiettivo. Un proposito diventa obiettivo solo se è SMART cioè Specifico, Misurabile, Accessibile, Realistico, Temporalizzato.

Insomma non può essere generico, teorico, non specificato, magari complicato, iniziare puntualmente il lunedì successivo e non avere una scadenza, giusto per dirsi “allora è vero che anche se ci provo, non ci riesco proprio”. Semplice esempio di dialogo interno autosabotante e inconcludente: “Quando monterò la cabina doccia del bagno imballata da un anno? E come faccio a sapere quando avrò tempo per farlo?”

  • Come realizzare i buoni propositi: secondo passaggio

Un cane stanco e demotivato steso sul divano

Con vaghi propositi si ottengono grandi delusioni

Per riuscire a raggiungere gli obiettivi prefissati, costruisci e scrivi (e di nuovo carta e penna alla mano) un piano d’azione chiaro ed accurato. Crea un diagramma di flusso e una tabella di marcia, suddividendo gli obiettivi complessi in sotto obiettivi più semplici, da fare uno alla volta, passando al successivo solo quando è a posto il precedente.

Formulando vaghi propositi si ottengono grandi delusioni, mentre un piano d’azione efficace risponde a queste domande: cosa faccio, come lo faccio, entro quando lo faccio, cosa mi serve per farlo, quali potrebbero essere gli ostacoli e chi mi potrebbe sostenere (non sostituire).

Semplice esempio di dialogo interno autosabotante e inconcludente: “Quando monterò la cabina doccia del bagno imballata da un anno in soffitta? Mah… prima però dovrei svuotare e mettere a posto la soffitta”

  • Come realizzare i buoni propositi: terzo passaggio

Una ragazza determinata batte il cinque con un collega

Se trovi qualcuno che ha il tuo stesso proposito tanto meglio!

Non aspettarti di riuscire a fare tutto da solo ma condividi i tuoi progetti chiedendo alle persone che ti vogliono bene di sostenerti, soprattutto se e quando avrai un momento di sconforto e sentirai il bisogno di un incoraggiamento. Se trovi qualcuno che ha il tuo stesso proposito tanto meglio, perché potrete decidere di essere mentore l’uno dell’altro a turno. Se inciampi, alzati e riparti, è tutto normale. E dai sempre valore a ogni piccolo successo, premiando te stesso non solo alla fine ma ogni volta che riesci ad essere fedele al tuo piano d’azione.

Semplice esempio di dialogo interno autosabotante e inconcludente: “No no, non dico a nessuno che devo montare la cabina doccia del bagno sennò mi daranno il tormento finché non lo faccio!”

  • Come realizzare i buoni propositi: quarto passaggio

Una mano da una spintarella ad una pallina

La “spintarella” del Nudging

Dunque la forza di volontà non è tutto. Grazie ai progressi delle scienze comportamentali, oggi si possono usare elementi strategici che favoriscono i propri percorsi. In questo senso il Coaching è il metodo scientifico e il Nudging l’arte di creare nella quotidianità le condizioni corrette che spingono a compiere determinate azioni senza lo sforzo che esaurisce l’io.

Il Nudging, dal termine inglese “spintarella”, crea attorno alla persona le condizioni che inducono ad andare nella direzione desiderata. Con una metafora, fare Nudging è come collocarsi su un piano inclinato rispetto all’obiettivo, creando le circostanze ambientali e relazionali che lo indirizzino senza sforzo, ma uscendo una volta per tutte dalla zona di confort.

Due cerchi che rappresentano il rapporto tra reale e ideale nel realizzare i buoni propositi

Non sprecare le tue formidabili risorse per situazioni indegne di te

Capita spesso di non riconoscere i propri talenti, non saper reperire le risorse psico-fisiche per raggiungere gli obiettivi e in generale di credere di non farcela. E così che esce la solita storia che non c’è tempo o carattere per fare le cose.

Eppure il tempo passato a fare cose per gli altri trascurando le proprie, il tempo passato sui social a guardare il gatto e la vita degli altri, il tempo passato a coltivare carote e ranuncoli per distrarsi da una vita che non si vorrebbe… esattamente questo tempo è vita buttata via, ma che si può tutta recuperare se ti sta a cuore la tua preziosità!

Se hai dunque buoni propositi che fatichi a trasformare in obiettivi e obiettivi che attendono di realizzarsi, se pensi di avere bisogno di incoraggiamento, metodo e sostegno, se vuoi apprendere come realizzare i buoni propositi, puoi pensare a un percorso individuale breve e concreto, centrato sull’obiettivo, in presenza o via skype.

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