Come conoscere nuove persone? Questa è una delle domande che mi capita di sentire sempre più spesso.
Ok, mi dico, le persone timide e al limite introverse sono sempre esistite. Ma perché oggi, in piena epoca social, mi capita di vedere ultrasessantenni in grado di uscire, farsi delle nuove amicizie e poi anche rifarsi una vita contro trenta quarantenni alle prese col “dove posso trovare la ragazza giusta alla mia età?”
Non sarà che si è sempre più perso nell’educazione l’obiettivo di avere figli socializzati? Che guardano cioè in faccia le persone, salutano per primi e sanno come si fa ad attaccare bottone e a sostenere una prima conversazione? Non vorrei che queste generazioni col collo piegato sui vari devices rischino di aver coraggio solo se si tratta di emoticon.
Comunque, l’idea di fare nuove amicizie per parecchie persone può risultare un grosso problema e pur tuttavia, è sicuramente determinante e gratificante avere questa competenza relazionale che fa parte dell’intelligenza emotiva.
Perché nella vita non bastano mami & papi per sempre, servono le amicizie che costituiscono per tutti l’origine della realizzazione affettiva e spesso anche di quella professionale.
Ecco dunque come conoscere nuove persone con 6 più 5 accortezze da mettere in campo per ampliare la propria rete sociale anche se si è timidi o riservati.
Se stai ancora studiando, ricordati che mai più nella vita avrai l’occasione di incontrare ogni santo giorno tanta gente e tutta praticamente della tua età. Solo per questo varrebbe la pena di impedire l’abbandono scolastico, perché non c’è posto di lavoro che riesca a battere per incontri e relazioni la scuola superiore e soprattutto l’università. Se hai finito di studiare, recupera gli ex compagni con la scusa delle rimpatriate e da lì ricostruisci una rete con chi può essere validamente un amico o qualcosa di più.
Eh sì in pantofole si conoscono persone nuove solo se sei ricoverato all’ospedale. È quindi necessario uscire di casa per entrare nei tanti e vari luoghi di aggregazione dove puoi porre una domanda, di cui ovviamente conosci la risposta, ma che ti serve per fare conoscenza con quella tal persona. Bar, negozi, circoli, palestre, biblioteche, cinema, sale da ballo, associazioni e gruppi per ogni causa nonché corsi con attività di ogni tipo … vai, apri la bocca e chiedi qualsiasi info tanto per iniziare. Sfrutta insomma i tuoi hobby e le tue passioni per entrare in contatto con altre persone o almeno fingi di avere interesse per questa o quella cosa mentre stai portando avanti la causa più importante: la tua!
La paura del giudizio degli altri rende le persone convinte che se tenteranno un primo approccio faranno sicuramente brutta figura e verranno derise. Di solito l’ostacolo sta proprio in questa convinzione limitante perché la maggior parte delle persone ha lo stesso timore e sta solo pregando che sia l’altro a fare il primo passo. Certo, può capitare di incappare in qualche figura di emme ma è certo che chi ti deride è un poveretto o una poveretta che non ha superato la prova. Tu sarai inciampato da qualche parte, lui/lei non è alla tua altezza.
Non devi sempre uscire di casa per incontrare persone estranee che in futuro potrebbero diventare qualcuno per te. Probabilmente hai già dei conoscenti che non hai coltivato abbastanza per se stessi e che inoltre potrebbero presentarti nuove persone. Certo, stiamo parlando di come conoscere nuove persone, ma si può sempre partire dal trasformare i contatti già in essere in amici a pieno titolo. Intendo i colleghi in generale, le persone che hai frequentato in passato e quasi perso di vista, quelle che incontri di tanto in tanto, ma con cui non hai ancora un vero rapporto diretto e soprattutto intendo le conoscenze di fratelli e cugini. La più grande mossa occulta che Cupido possa fare resta sempre la frase “Posso portare anche mio cugino?”
Non aspettare che siano sempre gli altri ad organizzare un evento e che si ricordino di invitarti. Questo accadrà senz’altro ma non al ritmo che speri. Quindi organizza tu e invita: potranno essere cose da farsi in due-tre o anche in venticinque, a casa tua o in un locale, all’aperto e in movimento o davanti ad una tv. Dal tuo compleanno, al ferragosto, ad un concerto, a mangiare qualcosa di particolare, alla partita di Champions, a provare qualcosa di adrenalinico, alla camminata in montagna piuttosto che alla serata cinema impegnato o alla classica giochi da tavolo: comincia in piccolo per arrivare anche ai grandi numeri quelle volte in cui può essere divertente. Puoi organizzare situazioni in cui sia obbligatorio per il tuo invitato portare proprio la cugina di cui sopra. Organizzando e invitando sarai ovviamente la persona più apprezzata perché starai portando gioia e valore nella vita delle persone che hai invitato.
Una volta rotto il ghiaccio e ampliato in modo direi scientifico e strategico la tua cerchia sociale, l’impegno è quello di coltivare e mantenere le amicizie evitando di fare il servetto a qualcuno che non ti vuole ma neanche essendo sempre a rimorchio degli altri. In particolare segnati tutti i compleanni, gli onomastici e momenti speciali o particolari degli amici e fatti vivo con loro (di mattina) proponendo un aperitivo se c’è qualcosa da festeggiare o un caffè se c’è da dimostrare vicinanza.
Un sorriso aperto è la miglior password relazionale perché quando sorridiamo intercettiamo il bisogno di contatto degli altri, le tensioni si sciolgono e la mente di tutti si rilassa. Gli studi in tema di relazione ed attaccamento affettivo riportano che i neonati più sorridenti vengono guardati di più dai loro genitori: dunque chi sorride diventa felice, non il contrario.
Oltre a sfoderare un bel sorriso luminoso, saluta chi conosci anche da lontano e chi non conosci ovviamente se ci passi vicino. Altra regola base dell’educazione pare sia proprio questa: se sei un uomo devi prendere l’iniziativa e salutare una donna e così se sei una persona giovane devi prendere l’iniziativa e salutare la persona più anziana di te. Non mi sembra una cosa trascendentale, eppure oggi se si vuole fare un test per sapere quanto è complessata la persona che hai davanti vedi quanto ci impiega a salutarti per strada. Con certe persone sembra mezzogiorno di fuoco al contrario: occhio obliquo allungatissimo per vedere chi c’ha il coraggio di salutare per primo… ma daiii.
Le persone affamate di relazione rischiano di essere logorroiche o mute, risultando invadenti o inesistenti. È importante rendersene conto in entrambe le situazioni e aggiustare il tiro, ascoltando di più nel primo caso e facendosi ascoltare di più nel secondo.
E vabbé ricevi anche gli inviti ma dici no perché sei stanco, sei stressato, fa troppo freddo, fa troppo caldo, è troppo lontano, è troppo vicino, è il solito posto, è un posto che non conosci, è una cosa noiosa, è una cosa troppo temeraria, è una cosa troppo chic, è una cosa troppo easy, non vuoi guidare tu, non ti fidi di chi guida, in tv c’è l’imperdibile o hai una sfida online dove sei imbattibile… ok non ci sono altre cartucce da sparare.
Non sei per nulla sui social tale da risultare ai tuoi coetanei la mosca bianca con qualche problemino di fobia sociale e disadattamento relazionale? Oppure ci sei sempre, anche per dire che hai due linee di febbre alle tre del mattino, e dunque risulti talmente online da non avere una vita offline manco a Natale? Oggi i social servono come l’auto: vanno usati per allacciare rapporti che poi eventualmente e prudentemente passano dal virtuale al reale. Dopo di che alla salute fa mooolto bene camminare, innegabile.
In sintesi, noi esseri umani non siamo fatti per la solitudine. Un problema sociale diffuso riguarda la difficoltà a fare nuove conoscenze e ad ampliare la propria rete di amicizie ed opportunità. Paradossalmente chi sa stare bene da solo è proprio chi può contare su relazioni significative, da cui può scegliere di prendere talvolta una pausa.
Problema moderno, soluzione moderna: il Life coaching e il Parent coaching rispondono bene a questa fondamentale esigenza rispettivamente per l’età giovane ed adulta il primo, e per l’età evolutiva il secondo.