Battuta o frecciatina? Solo se riesci a distinguere questa da quella, puoi riconoscere e gestire il sarcasmo degli altri. E mettere al suo posto il sarcastico di turno.
Mettiamo subito in chiaro la differenza: con la battuta ride di vero gusto sia chi la pronuncia sia chi l’ascolta; con la frecciatina gode solo chi l’ha detta mentre chi l’ascolta, se ascolta davvero, vede un sorrisetto di plastica e sente arrivare… una freccia al fianco.
Spesso non riconosciamo l’importanza delle parole dette o non-dette nelle relazioni, arrivando talvolta ad ammirare come intelligente chi utilizza la comunicazione indiretta per ottenere ciò che vuole.
Naturalmente tutto dipende dalla situazione, dal contesto e dal momento, ma il motivo per cui determinate persone usano il linguaggio indiretto è uno solo: che le cose vadano come vogliono loro non esponendosi e non dichiarandosi.
E facendo in modo che l’interlocutore dia il suo silenzio assenso.
Quest’uso della comunicazione indiretta è caratteristico delle personalità passivo-aggressive che dicono una cosa, ma ne lasciano intendere un’altra, ostacolando il processo comunicativo e danneggiando relazione ed interlocutore.
Si tratta dell’ostilità indiretta tipica del conflitto passivo: una mancanza comunicativa deliberata che manca di coerenza tra quello che si dice e quello che si pensa davvero.
Insomma c’è ancora qualcuno che crede di avere un buon rapporto con qualcuno solo perché non litiga con questo qualcuno? Mai sentito di quello che uscì per comprare le sigarette e non fece più ritorno?
Altro che “dai dai non farla più grande di quel che è”. Spesso capita che anche in un gruppo (di parenti, di amici, di lavoro) non manchi ad esempio quella persona che fa il commento che genera le risatine di tutti, tranne ovviamente le risate della vittima designata, per giunta definita poco elastica nei confronti dell’umorismo in corso e della vita.
Il buon gregge ops gruppo dovrebbe ascoltare bene, mettersi nei panni di chi è stato messo in minoranza e rendersi conto che non ha pagato il biglietto per divertirsi col Fiorello de noialtri.
Al di là del detto o non detto, nella maggior parte dei casi, la comunicazione non verbale è più sincera di quella verbale, perché il corpo non riesce a mentire: sguardi, gesti, posture, atteggiamenti e la stessa pelle del viso rivelano le emozioni mal celate quali rabbia, svalorizzazione, invidia o rivalsa.
Quindi battuta o frecciatina? Come riconoscere e gestire il sarcasmo?
Identifica in tempo e a prescindere la persona passiva-aggressiva predisposta alla frecciatina che ti ferisce e al non detto che estorce i tuoi sì. Raramente si tratta di una persona estranea perché il sarcasmo e la manipolazione sono collegati alle relazioni abitudinarie e purtroppo anche a quelle che vorrebbero essere intime (ma che non ci riescono proprio a causa dell’ambiguità e dell’insensibilità della comunicazione).
Prima di ogni iniziativa altrui, non adottare tu un atteggiamento passivo in generale. Non si tratta di reagire con rabbia a cose fatte, ma di agire in modo preventivo nei confronti del sarcasmo. Quindi su la testa e le spalle letteralmente, guarda negli occhi le persone, pensa che non hai tempo da perdere con le fregnacce di nessuno.
Ascolta le parole e osserva il modo di fare del tuo partner comunicazionale e poi ascòltati: come stai? Se ti senti rilassato significa che è stato detto qualcosa che condividi, se ti senti a tuo agio significa che è stato detto qualcosa di trasparente, se ti senti allegro significa che è stato detto qualcosa di autenticamente divertente. Diversamente, fai suonare il tuo allarme relazionale.
“Ci sarebbe da portare nonna dal medico” Non rispondere finché qualcuno non ti chiederà esplicitamente “Pierina potresti portare tu la nonna dal medico?”
“Dì alla mamma che ti metta la felpa” Dice apparentemente a tuo figlio piccolo il saccente con te lì presente “Cucciolo, dì al signore che impari a farsi gli affari suoi”
E così, se qualcuno sta girando intorno alle cose “in due parole, cosa mi vuoi dire?” oppure “se hai bisogno di qualcosa, chiedila chiaramente” o anche “sii sincero, non è una gara di simpatia” piuttosto che il classico “voi che criticate le opere nostre, fatene di migliori a spese vostre” e così via.
Se è una persona importante nella tua vita, quindi se ne vale la pena, spiegale una sola volta e chiaramente (tranquilli, ci arrivano tutti se vogliono) quanto ferisca il suo modo di comunicare. Non stai chiedendo che ti dia ragione ma che comunichi in modo trasparente quello che pensa. Se ignorerà il tuo appello, allontanati. Starà a lui o a lei cercarti, sempre che anche tu sia così importante nella sua vita.
Se invece non ne vale proprio la pena, alza chiaramente gli occhi al cielo e spostati altrove, ovviamente continuando a fare le tue cose esattamente di testa tua. In alcune situazioni non parlare può essere la miglior cosa: quando però si fa questa scelta (tacere) è ovvio che non si può anche fare ciò che vogliono gli altri (tacere e pure obbedire). L’essere umano ha infatti bisogno di dissentire in qualche modo, per non ammalarsi.
In sintesi, nella comunicazione è importante ascoltare soprattutto quello che non si dice (o si dice tra i denti) poiché la comunicazione indiretta è sicuramente il modo più diretto per rovinare le relazioni.
È fondamentale non covare mai risentimento a causa di un commento che hai finto di ignorare. Se stai male significa che il non-detto ha superato i confini della tua accettabilità, quindi altro che “dai dai” è il momento di affrontare ciò che non va bene e di chiarire una volta per tutte. È la volta buona per riconoscere e gestire il sarcasmo che può avvelenare anche la migliore delle vite, appunto.