Come cambiare abitudini in 4 mosse? Sai che la maggior parte delle azioni che compiamo quotidianamente non sono il risultato di una scelta ma di un’abitudine appresa?
E lo sai che fare le cose in modo automatico attraverso queste abitudini apprese fa risparmiare molto lavoro al cervello che così può dedicarsi ad altro?
Ma si possono cambiare le abitudini che si rivelano negative ed inefficaci o che hanno un costo che superi il beneficio?
Oggi sappiamo che è possibile cambiare abitudini per cambiare vita, perché conosciamo come si strutturano le abitudini, ma anche come si destrutturano, se serve.
La mia passione per le scelte veramente consapevoli, mi ha fatto incrociare il libro di Charles Duhigg “Il potere delle abitudini” che offre a mio avviso validi spunti di riflessione. Duhigg –laurea a Yale e un MBA presso la Harvard Business School- sostiene che le abitudini influenzano enormemente tutto quello che facciamo. Le abitudini positive sono responsabili, ad esempio, della capacità di risolvere i problemi sempre meglio, quelle peggiori dei vizi e delle catene delle dipendenze. Ma cosa sono le abitudini e come si cambiano? Più sotto leggerai come cambiare abitudini in 4 mosse.
Le abitudini derivano da prassi che abbiamo appreso da altri (attraverso l’esempio o l’insegnamento) ma anche da decisioni autonome che poi sono diventate di attuazione automatica, senza cioè la necessità di ripensarci ogni volta. Sono esempi di abitudine ciò che fai abitualmente al risveglio, la strada che percorri ogni giorno per andare al lavoro, ciò che mangi e acquisti di solito.
Una volta decisa o appresa l’abitudine, il comportamento si automatizza. C’è una notizia buona e una cattiva: le pessime abitudini si possono perdere, come pure le buone abitudini se vengono tralasciate.
L’importante è recuperarne il controllo, sapendo come funzionano.
Le abitudini funzionano in modo circolare nel così detto habit loop: il nostro cervello prova una modalità; questa modalità rivela più benefici che costi quindi viene approvata; il cervello entra in modalità automatica rendendo questa modalità un’abitudine che diventa di routine.
Strutturata l’abitudine il cervello può occuparsi di altro e non la resetterà mai, a meno che non entri una precisa e consapevole decisione della persona che è il caso di farlo.
Charles Duhigg, e non solo lui, propone il modello in quattro mosse che tiene conto dell’ habit loop:
1. Prima individua l’azione che vuoi cambiare e rifletti su quale gratificazione ti dà quest’azione;
2. Successivamente chiediti se potresti gratificarti in altro modo e prova nuove gratificazioni grazie a nuove azioni;
3. Poi identifica l’azione che ti gratifica di più senza farti pagare il conto in altri ambiti della vita;
4. Infine metti in atto questa nuova azione facendone all’inizio un proposito volontario: provvederà la tua mente ad automatizzarla e a promuoverla al rango di nuova buona abitudine!
Ovviamente più l’azione è impegnativa e più tempo servirà per renderla abitudine (per Maxwell Maltz erano i mitici 21 giorni, per Philippa Lally sono mediamente 66 giorni) e forse servirà suddividerla in obiettivi più piccoli.
Del resto già nel ‘700 fu il grande letterato inglese Samuel J. Johnson a dire che “Le catene delle abitudini sono troppo deboli per essere avvertite finché non diventano troppo forti per essere spezzate”. Inoltre considera che l’essere umano spesso resiste alle novità… positive!!!
Può darsi! Del resto la parola abitudine viene dal latino habitus e noi gli abiti siamo abituati a cambiarli quando non vanno più bene e vogliamo star meglio!
Se avverti che un libro come quello di Duhigg può ispirarti ma non metterti in azione, forse hai bisogno di essere accompagnato per raggiungere con metodo e determinazione il meglio per te! Il Life coaching è fatto anche per questo.