Come Professional Organizer posso indicarti come fare decluttering (eliminare il superfluo) e space clearing (riorganizzare gli spazi) in tot giorni in modo risolutivo. E perché dovresti? Perché vivere in mezzo al caos, in una casa piccola o grande che sia, non facilita certo la vita: pieni di cose, si va in confusione e non si hanno tempo ed energie per gli obiettivi e le persone importanti.
Fare decluttering è una forma di liberazione e di alleggerimento della vita quotidiana: meno disordine in casa significa avere più spazio e più tempo a disposizione, meno lavoro domestico da fare o far fare, maggiore risparmio economico.
E non è una questione puramente logistica: solo se sai come fare decluttering in casa, in auto, al lavoro, nello smartphone o nel pc, riuscirai a farlo nella tua vita personale eliminando cose da fare e persone da frequentare, in modo ovviamente non cruento ;-).
S’intende: l’obiettivo è fare decluttering una volta per tutte finché non sarà più necessario farlo, per giungere finalmente ad uno stile di vita vincente e senza bulimie all’insegna del Less is more così come fu pensato dal geniale Mies Van Der Rohe. Ecco dunque come fare decluttering e space clearing in 10 azioni: parola di Professional Organizer.
Ci vuole innanzi tutto una programmazione realistica che preveda di fare decluttering in un tot di giorni di fila o che preveda un giorno alla settimana per il numero di settimane necessarie. Si deve entrare nell’ordine d’idee che per fare il primo serio decluttering della vita ci vuole tempo, ma che ne vale sempre sempre sempre la pena. E che è un lavoro talmente impegnativo, soprattutto dal punto di vista emotivo, che non si può fare a spot di mezz’orette.
Per riuscire in ogni impresa bisogna iniziare col facile, finire col difficile e gustarsi ogni piccolo obiettivo raggiunto non solo il risultato finale. È così che ci si incoraggia e ci si motiva dopo aver rotto il ghiaccio iniziale. Quindi per iniziare a fare decluttering si individua la stanza meno problematica e non si passa alla successiva se la prima non è completata. Solo alla fine dunque fare decluttering in soffitta, cantina, sgabuzzini vari e garage. Riflessione per chi si sta facendo o scegliendo casa: chi non dispone di soffitta, cantina e sgabuzzini vari ha meno spazzatura da buttare, chissà perché.
E si inizia a fare decluttering. Prendi in mano una cosa per volta e subito decidi se è da buttare, avendo lì in pole position i bidoni della differenziata e quindi cestinando immediatamente. Se non è da buttare è da tenere, quindi sistema la cosa al suo posto con cura. Se non è da buttare o da tenere, potrebbe essere da vendere o regalare: procedi però alla vendita o al regalo entro 24 ore sennò tornerà ad essere… spazzatura. In generale può capitare di non essere sicuri sulla destinazione di un oggetto: va messo perciò nella scatola di coloro che son sospesi, oggetti inscatolati e lontani dagli occhi che andranno eliminati, se non usati per un intero anno solare. Ricorda: nel fare decluttering capita di buttare via troppo o, più spesso, troppo poco… pazienza, andrà meglio la prossima volta!
In cucina butta via (o trasferisci al suo posto) tutto ciò che non c’entra col cucinare e col mangiare… sennò che cavolo di cucina è? Butta tutto ciò che è doppio e rotto, tutto ciò che stona col look della cucina, gli accessori delle dimostrazioni miracolose e i gadget del supermercato. Se non riesci a fare decluttering seriamente, metti via tutto (nella già citata scatola di coloro che son sospesi) e tieni fuori solo un servizio da sei, una terrina, una padella e una pentola per la pasta… lo chef si vede quando ti liberi della batteria de-luxe comprata a rate! Infine non fare scorte alimentari che superino la settimana: non vivi in un rifugio anti-atomico e non hai bisogno di ulteriori conservanti nella tua dieta. E ricordati di fare la spesa sempre a stomaco pieno per non svenire davanti al banco gastronomia e lasciarci giù lo stipendio.
Ecco, ora tocca al soggiorno che non è uno spazio dove tutti possono scaricare tutto, ma uno spazio per stare assieme. Per fortuna tende e soprattutto tappeti sono andati fuori moda… via. Quadri: tranne poche case che possono vantare quadri d’autore, meglio averne uno solo, di una certa grandezza e significativo, il resto… via. E poi i libri: solo quelli che riescono a trovare posto in libreria e, se vuoi aggiungere un libro nuovo, fagli posto regalando quello che ti interessa meno. Così per i dvd, cd, storici vinili e preistoriche vhs: o c’è posto negli appositi mobili contenitori (li hai?) o via. Pochi soprammobili significativi, magari in vetrina così non si impolverano, e il resto in pesca di beneficenza… via.
In bagno come in cucina, tenere solo le cose da bagno significa fare decluttering pensando all’igiene e alla salute di tutti. Per questo è necessario avere ognuno i propri prodotti, pochi che anche questi scadono come gli alimenti, e il proprio asciugamano. Altro che asciugamani umidi da mattina a sera e armadietti appiccicaticci causa shampoo che cola: ognuno abbia il suo beauty-case coi suoi prodotti dentro. Il resto… via.
Eccoci al dunque. La prima regola d’oro del fare decluttering è che ogni familiare abbia il suo armadio, magari piccolo, perché gli armadi in multiproprietà sono i più brutti in assoluto e oggetto di vere liti condominiali, quando gli abiti dell’uno prendono pieghe e profumi dagli abiti dell’altro. La seconda regola è che un vestito o una scarpa mai indossati in un anno solare sono da buttare, anche se col cartellino ancora attaccato. La terza è che ci sia un solo outfit completo per ogni occasione d’uso reale. La quarta che non ci siano due capi praticamente uguali in armadio. La quinta che si butti via un capo e che lo si vada a ricomprare almeno dopo un paio di settimane, per verificarne prima l’autentica necessità. Lo stesso vale per scarpe, borse, cinture e accessori, sapendo che le persone indossano per il 70% delle occasioni il 30% del loro armadio. Anche in questo caso puoi fare la scelta strong di inscatolare quasi tutto e di tirar fuori un po’ alla volta solo ciò che si rivela strettamente necessario. L’importante è evitare come la peste la così detta tuta da casa, lo shopping visto e piaciuto, gli acquisti fatti per altri, la scorta abiti perché sei all’outlet o ai saldi.
Tovaglie, canovacci, lenzuola, coperte e asciugamani sono sempre troppi per definizione. Per fare decluttering butta via perciò l’usurato, lo scolorito, il macchiato indelebile, il fuori moda, il doppione e tutto ciò che non ha il colore che hai scelto per arredare… bene, hai praticamente buttato via tutto! In fondo, se ci pensi, di tutto bastano solo due pezzi: uno d’uso e l’altro di cambio.
Ricordi pre e post digitale. Le foto cartacee e persino le diapositive (solo quelle riuscite, le altre… via) vanno messe in ordine cronologico in contenitori e magari scannerizzate poi in cartelline. Si tratta certamente di un’impresa di proporzioni epiche ma che permette di ricordare la vita pre digitale altrimenti destinata all’oblio per la scomodità d’utilizzo. Le foto digitali vanno tenute un tot per evento (12, 24, 36 al massimo come i rullini di una volta) il resto non lo guarderai mai… via!
Non tutto va allegramente buttato alle ortiche! Vi sono oggetti speciali, legati a ricordi emotivi ed affettivi ora gioiosi ora dolorosi, che vanno gestiti con cura. Congedarsi da essi o conservarli e valorizzarli è una faccenda delicata che talvolta richiede un aiuto specifico, se non un percorso.
In conclusione, se vuoi sperimentare quella che Francine Jay chiama “The joy of less”, riducendo al massimo lo stress causato dalle cose che hai e che hai da fare, puoi contattarmi. Riuscirai a focalizzarti su di te e sulle cose che davvero contano. E avrai idee sempre più chiare sul da farsi perché fare decluttering e adottare uno stile less is more comporta cambiamenti in armonia con la propria essenza che fanno riscrivere in positivo la vita.