Come fare le scelte giuste da giovani e porre, sul limitare dei trent’anni, le basi della propria felicità per il resto della vita?
Da sempre chi è tra i 20 e i 30 anni è ovviamente giovane e anche solo per questo… fortunato!
La fortuna della giovinezza però non basta, se nessuno ti dice che stai vivendo il così detto decennio della definizione, quel periodo unico della vita in cui puoi scegliere ciò che vuoi con calma e per la prima volta e, se decidi bene, non dovrai fare e disfare e riaggiustare i vari pezzi della tua vita in seguito.
Sono anni che giocano un ruolo importantissimo in quello che una persona diventerà dal punto di vista esistenziale e professionale, dopo di che si può sempre riaggiustare tutto, appunto.
È il decennio d’oro nei quali puoi pensare e programmare, puoi seminare e iniziare a raccogliere qualcosa, puoi sognare e svegliarti in una realtà ispirata dal tuo sogno.
Anni che è un delitto buttare via a causa dell’incoscienza o della legge dell’ormai…
Certamente si finisce sempre col fare qualche sciocchezza, come è normale per tutti e figurarsi per un giovane, ma non per questo si pregiudica una vita se si fanno quelle scelte che ti fanno arrivare sano e salvo anzi in forma al decennio successivo.
Ho ricavato le seguenti riflessioni da diverse conversazioni, durante le quali persone di ogni età mi hanno condiviso le loro dritte su cosa si dovrebbe iniziare o smettere di fare mentre si sta vivendo il decennio della definizione per costruire le basi di una vita di autentico successo, realizzata insomma.
Sì, in pratica studia ciò che ti piace veramente, non ciò che oggi viene indicato come sicura fonte di lavoro domani. In genere sugli sbocchi lavorativi le previsioni sbagliano sempre e poi se studi ciò che non ti piace è altamente probabile che non riuscirai né a diplomarti né tanto meno a laurearti. Decisamente fatica sprecata. Se sei nel decennio della definizione non esitare a interrompere studi inadatti, a completare cicli interrotti, a cambiare per una strada migliore.
Per fare il lavoro che ti piace, sii disponibile a viaggiare. Se vuoi invece lavorare sotto casa, è assai probabile che dovrai fare esattamente il lavoro che sarà disponibile sotto casa, se c’è. E ringraziare tutta la vita come se fosse manna dal cielo.
Che si tratti della vita di CR7 o delle aspirazioni del nonno avvocato, se c’è una cosa che puoi fare che ti aiuterà più di qualunque altra, è questa: vivi la vita secondo il tuo essere profondo e non perdere tempo facendo cose che credi di dover fare in omaggio a qualcuno, perché nessuna vita appartiene agli altri e non avrai una seconda possibilità per riviverla. Non usare le aspettative degli altri per non fare nulla della tua vita. Fatti aiutare nel discernimento da persone che non hanno progetti su di te.
Divertiti, ma non fare come gli adolescenti che si sentono fighi se mangiano schifezze e dormono sul banco, credendo di essere dei poeti maledetti perché hanno sbevazzato in giro. Sono solo adolescenti, e un po’ scemi, loro. Tu incrementa il tuo istinto di sopravvivenza e non aspettare il primo infarto per smettere di fumare e bere e iniziare a fare sport, ma proteggi la tua salute anche sessuale perché una volta che è andata, è molto difficile riaverla indietro.
Fai di testa tua e comincia a prendertene la responsabilità, cioè a pagarne gli errori e a raccoglierne gli elogi. Considera che i tuoi genitori hanno fatto quello che sono riusciti a fare e che se smetti di dare loro la colpa o di giustificarli a oltranza, inizi veramente la tua vita, sarebbe ora.
Per diventare responsabili della propria vita si inizia dalla pratica non dalla teoria. Ancor prima di andare a vivere da solo/a, impara a spendere meno di quello che guadagni senza cadere nella spilorceria, a fare la spesa in modo oculato, a farti da mangiare, a lavarti, a stirarti, a tenere in ordine i tuoi documenti e scadenze varie… se mamma ti sta ancora dicendo di riordinare la cameretta guarda che ancora non ci siamo, anche se sei un 110 e lode…
Che ogni occasione sia colta per ampliare la tua visione del mondo e per renderti conto di quanto esso sia grande e piccolo al tempo stesso. Molte persone esprimono il concetto secondo il quale non bisogna permettere che il proprio orgoglio e le proprie paure interferiscano nel cammino intrapreso. Orgoglio e paure infatti rendono ciechi e ostacolano le possibilità di crescita e di progresso insite nella domanda “E se le cose non fossero come sembrano?” come pure “E se ci fosse dell’altro per me?” o anche “Quale contributo potrei dare per lasciare la mia parte di mondo migliore di come l’ho trovata?”.
Quanto sopra è salutare a tutte le età e fisiologico per chi si trova nel decennio della definizione cioè è vivo, giovane, magari sano e non ha ancora bimbi da accompagnare all’asilo. Si tratta di vivere per non rimpiangere poiché il rimpianto, pur essendo uno sport molto praticato, non è uno stato mentale salutare. O vivi la vita guardando avanti, o la vivi guardando indietro, usando sempre l’avrei dovuto (studiare quella roba, cambiare quel lavoro, andare in tal posto, farmi coraggio con quella ragazza…) Dai che la vita è adesso (e lo diceva pure Baglioni negli anni Ottanta).
Sentimentali, amicali, parentali se sono tossiche le relazioni rovinano la vita. Dai una possibilità alle persone che tutti possono avere una giornata storta e poi valuta se ti danno quanto tu stai dando loro. Lascia ai ragazzini il mito dell’amore che fa soffrire. In realtà chi si accontenta fa una vita grama, se non peggio: se una relazione non è tenera e non ha né mete né obiettivi, chiudila. Ti meriti il miglior amore possibile e cavolo se hai tempo per vederlo arrivare!
Se però ti importa davvero di qualcuno, inizia a dimostrarlo con parole e gesti, non solo con le parole ma neppure solo con i gesti. Impara prima possibile a farlo, così non farai sentire solo chi dici di amare e non verrai a tua volta piantato in asso… nel decennio successivo o giù di lì.
Hai l’età giusta per iniziare a scrivere i tuoi obiettivi (giornalieri, settimanali, annuali) in modo che siano realistici e visualizzati, che è anche l’unico modo per avere risultati tangibili nella vita. E inizia anche a fare con te stesso quei bilanci periodici che premiano le fatiche e nel caso rimettono in carreggiata. Puoi farti tre semplici domande:
Se nel decennio della definizione sei già completamente soddisfatto di te, questo non è proprio un buon segno perché significa che ti senti arrivato e che l’obiettivo è di puro… mantenimento. Non hai più sogni, o forse ci hai già rinunciato dicendoti che mancano le risorse. Le risorse però le hanno pure gli anziani che giocano a tombola o i vedovi che vanno a ballare il liscio, l’importante è dunque non ostacolarsi magari autoassolvendosi. Diciamo spesso di non avere tempo, ma lo passiamo tutto su internet; di non aver soldi, ma facciamo zin-zin con la carta di credito e ci scaricano pacchi a casa come se fosse la dogana; di non avere abbastanza amici, ma per uscire di casa per condividere sport o volontariato o qualsiasi altra passione nevica sempre.
Insomma saremmo tutti più felici, se cogliessimo l’attimo anzi il decennio. Quanti giovani si sentono sempre in ritardo su tutto, eppure paragonando ottant’anni di vita ad una giornata di 24 ore, ecco che a vent’anni si è solo alle 6 del mattino, a trent’anni alle 9, a cinquant’anni alle 3 del pomeriggio. C’è ancora tanta parte di giornata e tanta vita davanti, soprattutto per te!