I famigerati compiti delle vacanze sono il tormento estivo di genitori e figli di ogni epoca.
Per alcuni adulti rappresentano un utile esercizio di ripasso, per altri sono solo un’inutile tortura.
Il tema dell’utilità ed opportunità dei compiti delle vacanze è puntualmente dibattuto ogni anno, senza mai giungere ad una conclusione su quella che resta la nube che offusca l’orizzonte della lunga pacchia estiva.
Facciamocene una ragione: i compiti delle vacanze esistono.
Non dilunghiamoci perciò sui pro e contro degli stessi ma vediamo di trasformarli in compiti delle vacanze no problem.
E questo grazie al Parent coaching, che consente ai genitori di raggiungere i loro obiettivi educativi avendo il massimo risultato col minimo sforzo possibili.
Prima ancora di rovinare le ferie, i compiti delle vacanze rischiano di rovinare o alterare i rapporti tra genitori e figli.
Genitore… mettiti nei suoi panni, ricordati di quando era il tuo turno… quanto eri felice di sederti al tavolo per coniugare verbi o risolvere equazioni a due incognite?
Quindi sii sincero e sinceramente empatico con i tuoi figli.
Dì loro che neppure a te piaceva farli ma che ti toccava farli, esattamente come ora tocca a loro e, piuttosto, dai il tuo aiuto e supporto.
È indispensabile essere empatici e determinati. I compiti delle vacanze sono assegnati a discrezione degli insegnanti e si fanno perché sono stati assegnati da loro.
I genitori sull’assegnazione non c’entrano proprio, punto.
Chiaramente, i compiti delle vacanze non sono lo studio assegnato per affrontare e recuperare un debito scolastico.
I compiti delle vacanze hanno lo scopo di far rientrare a scuola i ragazzi con i prerequisiti per il nuovo anno scolastico, quindi non avendo dimenticato gli apprendimenti principali dell’anno precedente.
Questo dice al genitore che i compiti delle vacanze fatti a giugno e luglio (per togliersi il pensiero diciamo) diventano un inutile prolungamento dell’anno scolastico precedente ma non un’efficace preparazione alla classe successiva.
In pratica, svolti così, servono a ben poco.
Se i compiti delle vacanze servono per entrare in modo decoroso nella classe successiva e anche per riabituare il vivace corpo degli studenti di ogni età a star seduti parecchie ore di fila, serve una programmazione a ritroso degli stessi da insegnare ai nostri bambini e ragazzi.
Si procede così: la scuola inizia quest’anno (in Veneto) mercoledì 11 settembre? Dunque, tutti i compiti delle vacanze devono essere completati per sabato 7. Quanti e quali compiti sono stati assegnati? Se si assegnasse giornalmente un’ora di vero lavoro alle elementari, due ore alle medie, tre o quattro alle superiori, quante mattinate servirebbero per farli fuori tutti?
Nota bene 1. A meno che uno scolaro non passi 4 mesi in barca o in baita, i compiti delle vacanze non si portano in villeggiatura perché anche i genitori hanno dei diritti inalienabili.
Nota bene 2. Perché sia vero lavoro, di solito con:
Naturalmente esistono ancora i campioni della responsabilità ed autonomia per cui l’elicottero non è necessario, ma non per questo non serve loro il riconoscimento e la gratificazione dei genitori.
I ragazzi (non i bambini) più in gamba possono avere il permesso di studiare assieme a uno o due compagni, ovviamente altrettanto impegnati.
A volte sento insegnanti che danno compiti delle vacanze che non sembrano neppure compiti… bravissimi! Questa sì che è una competenza importante e da sviluppare nelle future generazioni di docenti.
E poi conosco ragazzi, anche alle prese con la dislessia, che adorano leggere perché hanno la possibilità di scegliersi i titoli, visionati ovviamente dagli adulti che li leggono un po’ prima o un po’ dopo e che magari ci guardano il film insieme.
Poi però vedi anche un sacco di ragazzini incollati per tre mesi allo smartphone e al tablet e sono proprio questi i veri allergici alla fantasia e alla creatività, alla gioia insomma, indotte da un bel libro.
Difficile scriverne uno se non ne hai mai divorato qualcuno, se non hai neppure il tuo libro del cuore, quello che rileggi almeno una volta all’anno perché vuoi riprovare certe emozioni.
Perché darli se poi non vengono visionati e corretti?
Se i compiti delle vacanze sono assegnati dal docente in modo obbligatorio, essi devono essere corretti o quanto meno visionati dallo stesso.
E se non possono fungere da test d’ingresso, devono comunque costituire voto significativo sul comportamento e motivazione dello studente. Questa è giustizia e meritocrazia.
Ecco dunque come il Parent coaching può aiutare gli adulti a trasformare ‘sti benedetti compiti delle vacanze in un’opportunità.
Dopo che saranno gestiti così, sarà una gioia premiare l’impegno del proprio figlio con del tempo per lui e qualcosa di bello da fare assieme.
Perché anche quest’estate vola e non è comprando uno smartphone nuovo che creerai un ricordo indelebile di te.