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Forse mai come quest’anno sono così tante le persone che si augurano, legittimamente, che una serie di situazioni sanitarie, sociali ed economiche cambino per davvero. Sul piano personale gli anni risultano però inesorabilmente uguali, quando un individuo non fa qualcosa di concreto e di diverso proprio nella sua vita di tutti i giorni. In fondo la vita è la somma di tante giornate e come spendiamo le nostre giornate è esattamente come spendiamo la nostra vita. È il tempo il bene più prezioso che ogni essere umano ha ricevuto in dono. E col tempo si possono fare solo due cose: valorizzarlo o sprecarlo. Ma come riuscire a dar valore al tempo e così alla vita? Si dice spesso che essa sia un viaggio, un cammino, un percorso. Ma come essere viaggiatori di questa vita? Forse si tratta di non accettare passivamente quello che si è sempre fatto o quello che va bene per gli altri. Perché si può sempre confondere la mancanza di problemi con l’accettazione del mediocre.
Si tratta anche di essere consapevoli e intenzionali, sapendo veramente rispondere a se stessi “cosa sto facendo e perché faccio proprio questo?” sin dalle cose più piccole. Oppure di chiedersi se le persone che frequentiamo, le attività che facciamo, perfino le cose che compriamo portino valore e valori alla nostra vita. O anche di ricordare e rispettare il passato, per essere grati di tutte le volte in cui siamo stati salvati e per non ripetere ostinatamente gli stessi errori, mantenuti dagli stessi atteggiamenti. Si tratta anche di non vivere sperando che arrivi sera, che arrivi il weekend, che arrivino le ferie, che arrivi la pur meritata pensione. Aver sempre voglia di imparare qualcosa di nuovo più che di insegnare, avere un piano B, non aver fretta di etichettare come negativo qualcosa che non è andato come volevamo perché sì, sono proprio infinite e sorprendenti e ardue certe vie. Non avere fretta in generale, visto che è sempre più sufficiente un click, ma mai confondere il prendersi tempo (per discernere) col perdere tempo (famoso anno sabbatico guardando serie tv sul divano).
Cosa fin troppo facile, ma solo da dire: non si dovrebbero attendere eventi nuovi per cambiare, poiché ciò significherebbe che sono eventi difficili. O ancora non nascondersi dietro al “vorrei ma non riesco” poiché è l’azione che precede la motivazione, non il contrario. E ogni buon proposito ci attende seriamente subito cioè oggi, poi domani, ed ancora dopo domani, finché l’intenzione si trasforma in una buona abitudine. Infine evitare di procrastinare le cose, come ci ricorda anche la conversione di san Espedito, martire cristiano del IV secolo, che rimandava l’adesione al Vangelo pur essendone affascinato da tempo. L’iconografia lo rappresenta come un giovane soldato romano, mentre schiaccia col piede lo spirito del male rappresentato da un corvo che gli suggerisce “cras, domani” e contemporaneamente alza col braccio destro la croce sulla quale sta scritto “hodie, oggi”.