Questa l’ho già scritta: proprio per le differenze di stile relazionale ed educativo, la figura materna è fondamentale e indispensabile al pari di quella paterna perché i figli crescano psichicamente sani e quindi felici.
Come affermava Jung infatti, ogni essere umano ha bisogno di essere cresciuto in armonia da Animus ed Anima quindi di poter contare su una mamma che insegni ad amare dando cura e conforto, oltre che contare su un papà che insegni a vivere dando protezione e futurizzazione.
La mamma è la persona che ci ha contenuto e custodito per iniziare ad esistere e la prima persona con cui ci siamo relazionati. Poi, graduale ma inevitabile, ci ha letteralmente messi al mondo, cioè si è espropriata di noi perché fossimo liberi di prendere il nostro posto nelle relazioni successive e nella società.
Una mamma che si prende sufficientemente cura di suo figlio quando è ora di farlo, ne farà quindi un adulto felice che non cercherà lei in altre persone.
Quando le cose non girano come dovrebbero, vediamo invece che nella vita dei figli e delle figlie tende a sparire il padre e contemporaneamente o conseguentemente ad esserci troppa madre.
Il guaio prevalente della maternità non sarebbe dunque il non esserci (comunque capita anche questo), ma l’esserci troppo. Ossia l’esserci con modalità che se vanno benissimo quando il pupo ha tre anni diventano inadeguate a tredici e devastanti a ventitré, figurarsi dopo.
La mamma insomma è sempre la mamma, ma non può permettersi di essere sempre la stessa mamma!
Ecco dunque le 10 qualità della mamma indispensabile e indimenticabile:
per cominciare bene, che sia felice e realizzata di essere donna e madre. Non solo madre, anche donna! Non “si fa la mamma” di lavoro, “si è mamma” per scelta e passione.
una mamma che se nasci femmina sia felice che sei femmina e se nasci maschio sia felice che sei maschio, senza preferenze tra figli: ecco risolto in tempo ogni tipo di Edipo.
una mamma che non faccia sentire i figli responsabili del suo benessere emotivo, magari per compensare la sua infanzia bistrattata o la distanza affettiva del suo partner.
una mamma che sia certamente presente, ma che non faccia le cose al posto dei suoi figli rendendoli egoisti prima ancora che incapaci.
una mamma che sappia ascoltare e che sappia parlare in modo assertivo, dando regole semplici, sintetiche e motivate. Un mamma che comunichi senza lacrimucce o strilli, ma che alzi la voce quando serve.
una mamma che non ammetta comportamenti irresponsabili e che resista alla tentazione di proteggere i figli dalle conseguenze negative di comportamenti sconsiderati. Questi tipi di salvataggio fanno solo male, perché stabilizzano le abitudini negative.
una mamma che non racconti tutte le sue cose e che non giochi a far l’amica a cui si deve raccontare tutto.
una mamma a cui si possa dire la verità perché rispetta anche le idee diverse dalle sue se appartengono a figli adulti, autonomi, in gamba, per i quali il disappunto materno è una cosa che può capitare… amen.
e poi il classico: una mamma che non abbia le chiavi di casa dei figli e delle figlie adulte, che non si metta a stirare a casa loro, che non apra la posta per vedere com’è andata la bolletta, che non lasci in giro la mancia perché, tristissimo, ch’ha una pensione che batte lo stipendio dei figli. Un conto è ricevere un regalo, un altro è avere lo sponsor.
una mamma i cui figli adulti possano dirle “ti ringrazio per la bella vita che mi hai dato, ti porterò sempre nel cuore, ciao”.
In una sola formula, Mamma = Calore + Libertà