Prosegue con questo nuovo articolo la mia collaborazione con il settimanale

“La vita del popolo” per la rubrica “Stile di famiglia”.

05/03/2021 di Lucia Boranga da La vita del popolo

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• Pasti da preparare e condividere, non consumare

Quante volte le persone tornano a casa stanche col solo pensiero “non ho nessuna voglia di preparare da mangiare”? E quanti, pur non perdendo una sfida di Masterchef, la perdono con se stessi scaldando pasti precotti, mangiando direttamente dalla padella, bevendo dalla bottiglia e neppure apparecchiando? Quante famiglie si ritrovano attorno ad una tavola e quante attorno ad una tv? E quanti cellulari stanno sul bracciolo del divano, mentre le persone si nutrono solo biologicamente ma non psicologicamente? Conosciamo tutti l’importanza del cibo per lo sviluppo e la sopravvivenza dell’organismo umano, ma ignoriamo facilmente quanta poca cura ci sia in certe prassi alimentari.

• Pasti da preparare e condividere, non consumare

Si scorge l’infiltrazione di alcuni modelli esteri, molto lontani dai valori italiani di famiglia e cucina, che prevedono che le persone siano dei consumatori che mangiano praticamente da soli, anche camminando, oppure seduti davanti ad uno schermo. Che mangino tanto e in modo inconsapevole, senza gustare niente perché nulla è sano e fatto con semplicità e passione. Ovviamente ci rimette la salute, la forma fisica ed il portafoglio perché il regolare take away o l’acquisto al supermercato di cibo altamente processato è esattamente questo. E ci rimettono anche i sentimenti, perché pian piano si estinguono le relazioni lasciando il posto a individui che consumano il pasto nello stesso luogo. La DAD sta infine logorando lo stare insieme in famiglia poiché molti figli sono perennemente in camera, anche per mangiare. I pasti invece non andrebbero consumati ma preparati, condivisi e goduti assieme. Almeno una volta al giorno, se si vuole una famiglia vera. Non c’è vita moderna che possa impedire di essere una famiglia felice, anche a tavola. In fondo è sufficiente creare un menu semplice e gustoso che sia settimanale e ripetibile. Quindi fare la spesa di conseguenza, con un notevole risparmio di tempo e denaro, oltre che senza gli sprechi di cibo di chi invece fa scorte. Spesa fatta sempre a stomaco pieno, per resistere di più agli inganni del marketing neuro alimentare per indurre all’acquisto tipo: mi serve un pezzo ma, se ne prendo tre, mi regalano (ah-ah-ah) l’ennesima ciotola di plastica. Il così detto meal plan toglie il peso organizzativo della spesa e della cucina, evita il nervosismo a frigo aperto, fa sì che non si cucinino sempre le stesse tre cose ed evita la telefonata al delivery come fosse la guardia medica.

• Pasti da preparare e condividere, non consumare

E poi in una famiglia “con stile” non cucina sempre la stessa persona ma è previsto che ciascuno, soprattutto i figli, abbiano la possibilità di preparare una “propria specialità” agli altri, almeno una volta la settimana. Perché saper cucinare il minimo è un’abilità di base, un’autonomia, come saper farsi una doccia: mamme, cedete lo scettro e sarete piacevolmente sorprese! E nonne, non riempite piattoni per poi lagnarvi che resta tutto là, ma cucinate insieme ai nipoti facendo assaggiare i vari sughetti con un bel pezzo di pane e anche voi avrete finalmente le vostre soddisfazioni! Per chi invece mangia solitamente da solo sarebbe fondamentale pranzare e ricambiare almeno quando è festa, perché non esiste gioia senza condivisione. Infine nessuno sia fissato col contrario: una bella serata cinema in famiglia, sul divano, con toast e pizza preparati dai giovani di casa, genera armonia e benessere più di tanti discorsi.

• Pasti da preparare e condividere, non consumare