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Trascorrere tutto il tempo in casa e in famiglia mette in contatto le persone con la propria ed altrui vulnerabilità. La convivenza prolungata e forzata si sta rivelando un banco di prova del tutto inaspettato per qualsiasi coppia. Questo periodo sta anche rivelando quelle situazioni che da sempre premevano per essere affrontate. Cose molto importanti ma trascurate anteponendo impegni esterni, frenesia del vivere, abitudini che parevano irrinunciabili e soprattutto paura di perdere qualcosa. Questa paura di perdere è già causa di perdita.
Coppie che pensavano di condividere e di conoscere tanto l’uno dell’altra, ora si rendono conto che molta vita viene persa per strada, a causa di un dialogo superficiale fino a diventare inesistente. Ascoltare con profondità l’altro, comprendere l’importanza di ciò che comunica e imparare a custodirlo non è così facile, ma l’alternativa è stare in salotto ognuno col suo social. Questa situazione potrà dunque essere occasione di connessione o riconnessione per molte coppie, pur consapevoli che non è mai una vicenda, per quanto impegnativa, a cambiare da fuori la nostra natura e il nostro cuore. Ci vuole impegno, ma anche conversione ed affidamento. La prima cosa, per essere coppia, è paradossalmente riuscire a ritagliarsi un tempo ed uno spazio personali per stare ognuno con se stesso, per ascoltarsi e ricaricarsi, non per isolarsi o distrarsi. E, subito dopo, riservare il meglio di sé ai momenti comuni, non riducendo coppia e famiglia, nelle modalità, al ruolo di sfogatoio e alla funzione di cestino della raccolta indifferenziata. È importante che entrambi i partners non dimentichino di curare il proprio aspetto sin dal mattino, riscoprendo che l’ospite più importante sei sempre stato/a tu. E non è mai compreso abbastanza il ruolo della gioia per la quale vale la pena di pensare seriamente, a turno o insieme, a qualcosa di vitalizzante e divertente per entrambi. Liberare endorfine è il modo più sano per affrontare la quotidianità e le crisi. Il problema non è mai stato essere felici, ma con chi scegliere di esserlo. Non c’è unione senza incontro. Perciò una coppia ha bisogno di almeno due appuntamenti giornalieri, concordati oggi per domani, uno per le questioni pratiche e i progetti, l’altro per guardarsi negli occhi e chiedersi reciprocamente “come stai…”.
È necessario distinguere la sana discussione dal conflitto attivo (le liti esasperate), come da quello passivo (i freddi silenzi). Sì, anche spiaccicare una parola alla settimana è un modo sicuro per alimentare il conflitto! Altrettanto necessario è imparare a disinnescare la lite, per esempio dicendo “il mio silenzio, o quello che sto per dire, potrebbe farti male e non voglio, concedimi un po’ di tempo per rimettermi in piedi, grazie”. C’è però un tempo oltre il quale la frittata è fatta e la frase sopra servirà alla prossima occasione. È il momento del saper chiedere perdono e dell’esserci al tuo fianco affinché la ferita che ti ho procurato si rimargini per amore tuo, prima che per tranquillità mia. In situazioni di particolare sconforto, per non implodere come coppia, è più che mai cruciale non scaricarsi sul partner e piuttosto riservarsi una chiamata con un professionista di fiducia. Le relazioni autentiche non sono mai facili ma sono le uniche che danno vita e vicinanza, calore e libertà persino, anzi soprattutto, quando si attraversano momenti difficili come questo.