Hanno proprio ragione quelle battute che in estate prendono per i fondelli la prova costume!
Perché dovrebbe essere più importante come ci vedono gli altri per 8 domeniche in spiaggia piuttosto di come ci si sente con se stessi per 365 giorni l’anno?
Da primavera in poi, infatti, pullulano diete miracolose per presentarsi in forma al mare ma, bufale costose e pericolose a parte, è evidente che non si elimina in settimane ciò che si è accumulato in anni.
Inoltre le diete che vengono propinate non sono altro che un periodo più o meno esteso di restrizioni e sostituzioni alimentari più o meno frustranti, per poi tornare a sfogarsi e consolarsi con lo stesso cibo a cui si è rinunciato. Ed ecco spiegato il dieting cioè il circolo vizioso tipico delle diete ed il famigerato effetto yo-yo anche al portafogli.
Quindi ogni dieta, pastiglia, bustina, massaggio, crema, scarpa o pantaloncino… è come una storia d’amore bella solo all’inizio… ma se non dura, è una storia che non funziona, giusto?!
E pensare che la parola “dieta” proviene dal greco classico δίαιτα che significa semplicemente “stile di vita” tanto che per gli antichi la dieta comprendeva il benessere globale della persona attraverso la cura del corpo e dell’anima.
Allora, puntare alla fantomatica prova costume o a stare bene interiormente, fisicamente, esteticamente per tutto l’anno?
Mai detto abbastanza: corpo e mente sono un tutt’uno. Ogni cosa che viene agita e che riguarda uno dei due ricade inevitabilmente anche sull’altro. Il corpo non è un banale contenitore ma quanto di più essenziale possiamo avere perché senza corpo, in questa dimensione, non esistiamo. Il corpo è qui l’unica possibilità d’esistenza data e non va né buttata né abusata. Avere questa consapevolezza è fondamentale per amarsi e per fuggire qualsiasi cosa o persona indegna di noi.
Prova costume significa dare priorità a quello che vedono e pensano gli altri. Non è giusto che la scelta di dimagrire e mettersi in forma provenga dalla pressione esercitata da amici e parenti, o dai messaggi che arrivano dai media e dalla società. Il punto fondamentale è invece voler star meglio con se stessi e capire quale stile alimentare migliorerà il nostro benessere.
Non essere vittima del giudizio degli altri non significa però farsi le autodiagnosi e diventare vittima del proprio giudizio e delle proprie ossessioni. Quindi se non ti senti bene col tuo corpo, che sia in eccesso o in difetto diciamo, confrontati sempre con un esperto per scongiurare visioni distorte di sé. E poi scegli. Scegli uno stile di vita che ti faccia star bene, non che ti consoli e te la racconti senza cambiare situazione.
Dimagrire è innanzitutto un processo mentale e motivazionale. Nessuna dieta può avere successo se il nostro cervello non collabora. Visualizza cioè immaginati concretamente in forma, vedine i vantaggi, dai al tuo cervello una motivazione autentica per un dimagrimento (o accrescimento) naturale e duraturo. Inoltre solo se la dieta consiste in scelte e azioni che procurano piacere, il cervello vorrà e potrà replicarle, trasformarle in comportamento ed infine in abitudine.
Se la vera dieta è uno stile di vita e non periodi alternati di libertà colpevole e schiavitù frustrante, è necessario comprendere che la dieta deve avere una prima fase piuttosto strong e, ancor più importante, una fase di mantenimento che non si lascerà mai più… Se metà dell’impegno consiste nel raggiungere la forma desiderata, l’altra metà consiste nel mantenerla per sempre, for ever, para siempre…
La dieta che funziona è quella che si riesce a fare. Perché diventi uno stile di vita per la vita non è pensabile che sia costosa cioè richiedente prodotti dietetici particolari; né è pensabile che richieda ingredienti alimentari difficili da reperire e modalità di cottura complesse; né è pensabile che sia così particolare da escluderci dalle occasioni di condivisione e di festa con le persone che ci sono care. In pratica, le persone che non condividono più o meno lo stesso cibo sono destinate inesorabilmente a perdersi di vista.
Parecchi, causa dieta, hanno perso l’equilibrio nella loro vita e nelle loro scelte. Una dieta sana per la testa delle persone non è mai troppo virtuosa. Ippocrate di Kos, proprio quello del giuramento, disse “è preferibile un cibo anche un po’ nocivo ma gradevole, a un cibo indiscutibilmente sano ma sgradevole”.
Molto del cibo che assumiamo è richiesto dalla nostra mente e non dal nostro organismo. È quindi fondamentale saper distinguere la fame legata alle richieste dell’organismo da quella indotta dalla testa, che è fame di altro. La base di partenza è nutrire la propria vita con quest’altro e non usare il cibo come supplente e sostituto.
Infine le dritte concrete per cominciare:
In sintesi, il sovrappeso non è una colpa ma la conseguenza di un metabolismo alterato e le persone non sono il loro comportamento ma, fortunatamente, le loro soluzioni.
L’unico modo per cambiare, anche cambiare in meglio la propria forma fisica, è quello di fare scelte diverse da quelle fatte finora e a cui si è abituati da tutta una vita.
Ed infine tutti, se aiutati, possono imparare ad avere uno stile di vita e di alimentazione che li renda contemporaneamente sani e felici.