Vivere bene l’adolescenza dei figli è possibile? L’adolescenza è la fase esistenziale che dura tutto il secondo decennio della vita dell’essere umano. È una fase importantissima e delicata perché segna il graduale passaggio dall’infanzia alla vita adulta di ogni persona.
Tutto si trasforma nei ragazzi: la relazione con sé e con gli altri risente profondamente di un’alternanza che spesso pone problemi relazionali soprattutto ai genitori.
Come vivere bene l’adolescenza dei figli? Può il Parent Coaching aiutarti a migliorare il legame con tuo figlio evitando o risolvendo i problemi?
Chiaramente ogni figlio e ogni genitore sono unici, ma certamente ci sono almeno 10 consigli indispensabili per vivere bene l’adolescenza dei figli, eccole…
Cioè non paritaria in responsabilità. È la generazione precedente che chiama all’esistenza la seguente, è la precedente che ha il dovere affettivo e legale di fornire alla seguente gli strumenti morali e materiali per affrontare la vita. In pratica per vivere bene l’adolescenza dei figli sono i genitori che danno e i figli che ricevono, siamo noi adulti che dobbiamo sempre fare il primo passo.
Quanto sopra non significa affatto che i genitori debbano essere gli zerbini dei figli! Molti bambini e ragazzi hanno perennemente il muso come se la loro vita facesse assolutamente schifo. Per alcuni di loro purtroppo è sicuramente così: a volte la vita riserva durezze sin dall’inizio, altre volte si è figli di genitori-non-genitori… Ma nella maggior parte dei casi l’errore del genitore non è stato quello di non aver dato il necessario per vivere bene, bensì di averlo dato senza insegnare a riconoscerlo. Se non si insegna a riconoscere il bene ricevuto non solo si tirano su dei maleducati che non sanno ringraziare, ma soprattutto non si tirano su persone soddisfatte. In Italia oggi ci sono più di 8 milioni di persone tra i 12 e i 25 anni. Di questi, i dati ISTAT dicono che almeno il 10% si dichiara completamente insoddisfatto della sua vita, della sua salute, delle sue relazioni sia familiari che amicali!
solo perché tuo figlio adolescente non è più il tuo piccolino: ogni età ha infatti bisogno delle sue specifiche manifestazioni affettive sia verbali sia non verbali. Per non interrompere un rapporto, bisogna prima averlo costruito naturalmente. I bambini hanno bisogno di più figure adulte ognuna col suo ruolo non sostituibile: genitori, nonni, zii e un po’ più tardi insegnanti ed infine amici. Per vivere bene l’adolescenza dei figli è fondamentale esserci fisicamente ed emotivamente e dimostrarsi sempre disponibili a un ascolto attento e interessato. Separarsi dai figli e non avere un contatto quotidiano con loro per motivi di lavoro, di malattia o di divorzio è molto compromettente per la loro felicità e per il rapporto stesso.
Non sei il suo migliore amico, ma il suo papà o la sua mamma quindi per vivere bene l’adolescenza dei figli devi dare esempio e regole, sì preventivando anche il dissenso. Porre delle regole da rispettare non significa comunque non dare la possibilità di esprimere le emozioni, anche di rabbia e frustrazione, ai figli.
Abitua tuo figlio ad esprimere anche con le parole tutto ciò che prova: emozioni, sentimenti, idee e paure senza timore di essere deriso, aggredito o punito per ciò che sta vivendo ed esprimendo. Non banalizzare le sue difficoltà, controlla sempre che non stia subendo in silenzio determinate situazioni, fai attenzione ad eventuali reazioni sproporzionate che potrebbero celare una certa fragilità (va individuata prima possibile senza illudersi che il tempo possa aiutare).
Mio figlio, chi è? Per conoscere il proprio figlio è fondamentale ascoltarlo e ascoltare significa: stare zitti, osservare, fare poche domande non invasive in momenti appropriati, reagire con empatia, non interrompere, non predicare, non sbirciare orologio o smartphone mentre si sta insieme. Ciò che a volte i genitori però dimenticano, perché in fondo le confidenze dei figli vengono considerate robette da bimbi, è che riportare ad altri le sue confidenze non è corretto in sé e lo ferisce molto, oltre a compromettere dialoghi futuri. Per vivere bene l’adolescenza dei figli, sii grato ai figli che si fidano e si confidano con te e se ritieni che altre persone dovrebbero sapere, invitali e aiutali a confidarsi, ma tu non divulgare perché spettegolare è sempre una forma di tradimento.
Il tuo ruolo di genitore è fatto di accudimento, guida, esempio, sostegno, controllo discreto. Se si ha paura di dire di no (o non ora) quando serve, passando momentaneamente da cattivi, si priverà il figlio del punto di riferimento in grado di stabilire il confine tra giusto e sbagliato e di fornire “Una base sicura” dal titolo di John Bowlby (1907-1990), padre della teoria dell’attaccamento. L’importante è dire no motivati molto semplicemente quando il figlio è piccolo, articolando poi le motivazioni in base ad età e maturità.
E naturalmente fai di tutto per non metterti sullo stesso piano, arrivando tristemente allo scontro verbale o drammaticamente a quello fisico. Per vivere bene la sua adolescenza, devi essere più grande moralmente e più saldo emotivamente: il figlio deve percepire che l’indignazione del genitore non deriva dal fatto che l’adulto si è offeso, ma dal fatto che mamma o papà sono solo preoccupati del presente e del futuro del figlio e di nient’altro. Non cedere alla tentazione di rispondere col tono di un adolescente e chiedi fermamente di essere trattato con la stessa calma e lo stesso rispetto che stai mettendo in atto con lui proprio in quel momento. Se hai perso le staffe, calmati prima possibile e scusati subito per il modo: hai sbagliato, punto.
Ci sono argomenti delicati e cruciali che vanno necessariamente affrontati su iniziativa del genitore. Da Parent Coach e da genitore direi che non si può: non solo eludere le domande dei figli, ma anche aspettare che siano loro a chiedere in base ad un presunto interesse. Se non chiedono è per timidezza o perché avvertono la riluttanza del genitore. Certo che ai figli interessa sapere della sessualità, certo che ci sono questioni serissime da chiarire come le dipendenze e il bullismo e infine certo che c’è da insegnare ciò che è legato al mondo dei valori. L’importante è preparare seriamente il dialogo mettendo a fuoco, prima, cosa si vuole dire e cosa si vuole capire dal figlio, tenendo un atteggiamento forte e pacato.
Per costruire una relazione tenera, significativa e perfino divertente con i propri figli è importante anche raccontare la propria storia personale e familiare. Raccontare la propria storia non significa certo pretendere di essere imitati, né raccontare nel dettaglio le proprie esperienze rischiando di diventare un modello negativo (mai raccontare ai figli le proprie bravate come tra amici al pub dopo il calcetto!) o un patetico eroe inarrivabile (mai paragonarsi o sfidarsi!). Si tratta di diventare, col tempo, la loro concreta e umile, anche se non unica, fonte d’ispirazione.
Evelyne kestemberg (1918-1989) ebbe a dire che “Tutto si prepara nell’infanzia e tutto si gioca nell’adolescenza”. E per te cos’è l’adolescenza? Il suo conflitto interiore e generazionale è l’occasione per imparare ad essere felici o il declino del rapporto affettivo? Per vivere bene l’adolescenza dei tuoi figli, hai bisogno di essere sostenuto come genitore grazie al mio Parent Coaching?