Forse non c’è proposito d’inizio anno che meriti dedizione e impegno come l’imparare a volersi bene.
Ok, probabilmente sarebbe più corretto dire “imparare a volersi sempre più bene”, dal momento che, essendo il mittente e il destinatario di questo sentimento la stessa persona, si può affermare che non sia possibile non volersi bene per niente. Resta il fatto che non è mai abbastanza.
Se essere positivo con gli altri è importante, esserlo con se stessi è fondamentale. Perché sì, esistono persone che possono percorrere anche un lunghissimo tratto di strada con noi, ma alla fine ognuno è per se stesso l’unica persona con cui resterà insieme per tutta la vita.
Volersi bene è dunque di somma importanza, non solo per star bene con gli altri ma soprattutto per star bene con sé costruendo una vita e relazioni di qualità.
Volersi bene però non si può fare a comando poiché non si può pretendere che esista dal niente un’emozione che per sua natura può essere solo spontanea, eppure per iniziare a volersi bene è necessario prendere e mantenere una decisione personale.
Al contrario, i segni e i danni del mancato volersi bene e dell’assenza dell’amore di sé sono evidenti poiché le persone che non si vogliono bene abbastanza:
Volersi bene significa invece, prima di tutto, provare empatia, solidarietà, simpatia e anche compassione verso se stessi.
Del resto cosa diresti al tuo migliore amico se ti confidasse un problema simile al tuo? Come lo tratteresti? E come potrebbe reagire lo stesso amico se tu lo trattassi nel modo in cui tratti te stesso? In genere, chi inizia un discorso con “Non vorrei piangermi addosso ma” ha bisogno di iniziare a volersi bene e di sentirsi dire “Datti pure il diritto di piangere finché ti pare”.
Ci sono momenti in cui l’ascolto, le parole vitalizzanti o il tocco leggero di qualcuno che ci vuol bene possono fare la differenza. Ebbene, volersi bene significa riuscire a farlo anche con se stessi ad esempio scrivendo, in un momento illuminato della propria vita, un testo da conservare e leggere nei momenti di sconforto. E così come l’abbraccio di un amico, mettere le mani sul cuore o avvolgere le braccia intorno al corpo aiuta a percepire la propria preziosità e la cura di cui si è degni.
È importare prestare massima attenzione al dialogo interno perché il modo che abbiamo di parlare con noi stessi ha delle grandi conseguenze. Se dici “io sono…” aggiungi sempre un aggettivo che ti qualifichi positivamente; se invece dici “io ho fatto…” puoi permetterti di nominare l’errore commesso poiché non sei stupido se hai fatto una stupidata!
Il realismo con cui si descrive il proprio fare non deve mai umiliare il proprio essere.
Non pensare mai di essere un incapace per natura.
Puoi dirti “questa cosa non la so fare finché non l’avrò fatta, come tutte le cose che ho imparato finora e come del resto capita a tutti”.
Fai una lista vera e aperta di tutte le tue qualità, intendo pregi non difetti, scrivendo io sono… oppure sono brava/o a fare… metti ogni cosa anche la più semplice e anche se è accaduta solo una volta. Se hai difficoltà a trovare e scrivere le tue caratteristiche positive, chiedi il parere di chi tiene a te veramente e credi alle buone notizie senza rispondere “bè insomma lo dici per non farmi rimaner male dai…”.
E non considerare mai i tuoi successi una questione di immeritata fortuna perché la fortuna non esiste: o ti sei impegnato o hai saputo ricevere un dono dall’Alto, e quindi sei in gamba comunque.
Se vuoi migliorare te stesso volendoti bene non hai altro da fare che prenderti cura di te e smettere di strapazzarti di fatica e maltrattarti con scelte scadenti. Per volersi bene si deve sempre ambire per sé al bello, anche se semplice, in tutto.
Dalle così dette piccole cose…
Infine per volersi bene bisogna evitare come la peste le persone negative cioè quelle che a frequentarle mettono a disagio e tendono a farti pensare male di te. Quelle insomma che per ogni soluzione c’è un problema.
Non confonderle con quelle che ti invitano a uscire dalla tua zona di confort poiché con queste si può avvertire un senso di scomodità, ma mai di umiliazione. Invece non farti mai umiliare da chi dice di spronarti perché hai un sacco di potenzialità nascoste che, vedi caso, lui è pronto ad estrarti come un molare senza anestesia… è un sadico, punto.